CENTRO STUDI ASSENZA
IL PENSIERO (PENSAARE)
DI PAOLO FERRARI
Il pensiero di Paolo Ferrari indaga in particolare
ciò che lui chiama Assenza, o Absentia,
o in-Assenza/Absentia. Questa è una particolare
condizione delle attività nervose superiori, data
la quale è possibile ogni altra forma di
processo pensante, anche il linguaggio medesimo.
Senza Absentia, come lui dice, non potrebbe
esserci pensiero. È condizione necessaria, ma
assente. Perciò la condizione prima del pensiero
è la sua capacità di venir meno; di mancare,
di non-essere. Il luogo privilegiato dell'unità corpo-mente è un luogo che non c'è; è altro da sé, ancora prima di manifestarsi come fenomeno: un tempospazio anteriore/antecedente.
Ciò deriva da numerosi lavori sperimentali svolti alla fine degli anni '60 presso l'Istituto di Psicologia della Facoltà di Medicina sull'apprendimento e la memoria, in particolare nei processi d'estinzione attiva (Inibizione condizionata) di patterns mnemonici precedentemente appresi. Era verificata l'ipotesi che soggetti sottoposti all'Inibizione condizionata dopo l'apprendimento di certi compiti, avrebbero risposto nettamente meglio a compiti più complessi rispetto a soggetti (ratti) che avessero appreso il compito senza essere sottoposti al processo di disapprendimento.
Ciò veniva ulteriormente confermato dal lavoro clinico quotidiano, in cui è possibile spesso osservare come il venir meno – anche se non totale – d'un sintomo o il decrescere d'una coazione a ripetere spesso legata a una traccia di coazione di morte (thanatos) apre la strada a un rapido miglioramento delle condizioni generali del paziente.
Paolo Ferrari afferma che la condizione
generale dell'apparato conoscitivo-affettivo
abbia nel suo vocabolario psichico il segno
meno così da corrispondere alla condizione
non apparente dell'oggetto-cosa-mondo
che deve essere agito-appreso.
Ogni elemento d'una realtà oggettiva
deve accompagnarsi a una sua potenzialità
negativa, ovvero prevedere un possibile
venir-meno, perché l'apparato intellettivo-affettivo di Homo sapiens sia nella possibilità di apprendere e di divenire nel mutamento delle cose. Ciò è espresso esplicitamente nella cantica "La parola e la cosa" del poema scientifico De Absentiae Natura. Inoltre la manifestazione più ampia di questo venir meno (Absentia) si esplicita nell'uomo a-venire Homo-Abstractus, com'è il titolo d'un suo libro a fondamento teoretico composto da più di mille aforismi di filosofia e scienza.
Dati questi presupposti, si pone come centralità ovvero come luogo che si discosta da sé stesso, una sorta di vuoto o di silenzio, una mancanza a fondamento. Ungrund quale medium paradossale tramite il quale il pensiero si fa. Farsi del pensiero è generare il vuoto che lo fa emergere, pensiero-linguaggio-voce che sono mancanti di sé stessi, entità dal segno meno e pertanto destinata ad essere meno che nulla. Elementi, eventi che anticipano costantemente sé stessi, nel farsi e nel disfarsi di sé, come oggetti che mancano d'un soggetto. È espressione la cosa priva di fondamento: un pensiero che è privo, esente da sé stesso, onde poter pensare: pendere, oscillare, fare vuoto, fare poetica, poiesis come generare un alcunché che è mancante/pendente e tale rimane, pur avendo partecipato a un atto/gesto che si pone come entità (dal segno meno).